venerdì 16 dicembre 2011

Secondo la propria degnità,

è il titolo di un piccolo libro che contiene due miei antichissimi saggi su Leon Battista Alberti e Simon Weil e tre interventi di ora di Arturo Colombo, Lucio Levi e Filippo La Porta, stampato da il Raccolto Edizioni, Cascina del Guado a Robecchetto con Induno. Spero che vi possano interessare. Ho fatto ora un piccolo pastello a memoria del lago di Como visto da Urio e lo abbiamo messo sulla copertina.



(...) "rivivranno la sensibilità dell’amicizia come bene amato dall’amico, e questo esser forza delle repubbliche e base di una convivenza, questo amore e fiducia per le leggi naturali, e come la repubblica ciceroniana è basata sulla formazione individuale, così quella dell’Alberti sul valore dell’educazione e creazione della personalità; così come il richiamo lucianesco è esterno, valida rimane quest’osservazione, che le esigenze degli antichi, l’etica statale romana veniva naturalmente risentita in questa piccola repubblica albertiana, e l’uomo singolo, se si addomesticava a viverci, di sé e della propria famiglia e dello stato aveva idea rispettosa ma ristretta, famigliare, sì, cittadina, pur se moralmente ampia ed alta.
Ritrovano presso la sua sensibilità valore la coscienza della modestia, della tolleranza, della comprensione; epoche egli accoglie, ricche di contrastanti interessi, epoche idealmente rinnovate, e si può dire sognate, esempi indicatori;(...) (dal testo sull'Alberti

venerdì 11 novembre 2011

La vita

Trovo, anzi mi mandano due ragionamenti sulla situazione europea attuale, con cui mi trovo d'accordo. Questo della guerra e della pace, di quello che può fare ciascuno di noi è stato sempre uno dei temi principali della mia vita fin da quando sotto il fascismo e all'inizio della guerra frequentavo Adolfo Tino, un giovane capo del partito d'azione a Milano, Alessandro Casati e Benedetto Croce, a parte che mio padre era ovviamente sulla stessa linea. E con i miei giovani amici antifascisti del liceo Parini sentivamo più o meno le stesse cose che vengono dette qua e qua. Conobbi poi in Svizzera Luciano Bolis nel gennaio del '44, e lessi i primi scritti di Altiero Spinelli. Sono rimasto tutta la vita amico di Luciano Bolis che preso dai nazi-fascisti fu torturato e scampò miracolosamente la morte e ci ha lasciato quel documento nobile e coraggioso che si intitola "Il mio granello di sabbia", che fu stampato subito dopo la guerra de Einaudi e a me lo fece leggere, appena arrivai a Firenze nei primi anni del '46, Raffaele Ciampini studioso di Tommaseo e anche lui della stessa matrice antifascista. Di Altiero Spinelli anche sono stato ammiratore e collaboratore, considero oltre agli scritti politici di Altiero Spinelli la sua autobiografia  "Come ho tentato di diventare saggio",  uno dei libri formativi del nostro tempo. Molto bello anche il piccolo libro di ricordi della moglie Ursula Spinelli Hirschmann.